Il fenomeno dello smart working va diffondendosi in quello che si presenta come un quadro lavorativo di riferimento. Il “lavoro intelligente” assume quindi un ruolo sociale fondamentale nel ridurre al minimo le possibilità di contagio, pur spostandosi avanti nelle proprie attività.
Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano sono ancora molte le aziende, ed in particolare le PMI, disinteressate al tema. La mancanza di informazioni pratiche sull’argomento rende difficile “fidarsi” di questi nuovi strumenti. A tal proposito noi di ITER abbiamo sentito la necessità di approfondire una serie di concetti che potremmo essere utili all’approccio ad una realtà fino ad ora poco sviluppato.
Il nostro team ha quindi creato un documento consultabile in cui chiunque abbia mai bisogno della necessità, può trovare le informazioni per una gestione ottimale e proficua di questo strumento di agevolazione lavorativa.
Il massimo esperimento di lavoro agile a livello di massa è infatti applicabile da subito, grazie al decreto attuativo del 23 febbraio 2020 n. 6 , il quale prevede le misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica; in particolare: “la sospensione delle attività lavorative per le imprese […] ad esclusione di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare ovvero in modalità a distanza”.
Come ha sottolineato Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, è necessario che: «I lavoratori, soprattutto quelli che sono già Smart Workers, restituiscono il credito di fiducia dimostrando autonomia, impegno e senso di responsabilità» .